Quando, a gennaio scorso, abbiamo iniziato a lavorare sulla proposta per il Festival della Scienza siamo partit*, come sempre, dalla parola chiave 2024, sfide, e dalle ricorrenze indicate nella call, come ispirazione.
Non appena abbiamo scoperto che questo è l’Anno Internazionale dei Camelidi non abbiamo saputo resistere!
L’età media dello staff di MadLab 2.0 ha fatto il resto; nat* o cresciut* negli anni ’90, abbiamo mantenuto la tradizione e scelto un titolo che strizzasse l’occhio al cinema e alla TV: dopo “Pepper Things” e “Ok, il ciak è giusto!” ecco il turno di “Mamma, ho perso il cammello!”.
Abbiamo scelto di mescolare tre tecnologie diverse: la robotica (in particolare quella educativa), la stampa 3D e la lavorazione con la lasercut.
Ci siamo dedicati personalmente a ogni aspetto: la progettazione del gioco, la modellazione e la stampa 3D delle pedine-camelidi, la produzione delle tessere in legno per i percorsi, la creazione dell’app dedicata.
Ma come funziona “Mamma, ho perso il cammello?”
Si tratta di una sfida a squadre, ogni squadra è rappresentata da un camelide (cammello, dromedario, alpaca e lama) e l’obiettivo è portare in salvo, da territori lontani e non adeguati alle loro caratteristiche, più camelidi possibile.
Per raggiungerli occorre costruire percorsi con logica e creatività, rispondere alle domande sul mondo dei camelidi, fermarsi sulle oasi per ricaricarsi d’acqua, programmare correttamente i robot, sfidare gli avversari per conquistare la precedenza.
Il laboratorio, guidato da Simona e Filippo (grazie!), ha riscosso molto successo sia tra le classi primarie sia tra i/le ragazz* della secondaria di primo grado: modificando il resgistro narrativo e scegliendo domande adeguate per ogni fascia d’età, tutt* hanno partecipato con entusiasmo, salvando decine di camelidi e scoprendo tanti aspetti della vita di questi splendidi animali.
Una delle più grandi soddisfazioni è arrivata dalle diverse domande ricevute in merito alla fruibilità del laboratorio: avevamo già pensato di farlo diventare una sorta di “gioco da tavolo” di grande formato, prevedendone anche una modalità di utilizzo più “semplice” e immediata, in cui il coding sia previsto unplugged, senza quindi l’uso dei robot, ma con modalità di interazione invariate e ugualmente coinvolgenti.
Di sicuro, “Mamma, ho perso il cammello!” entra di diritto tra le proposte per le scuole, che potranno scegliere questa attività per gite scolastiche e uscite didattiche, anche in caso di classi molto numerose.
Come sempre, GRAZIE AL FESTIVAL DELLA SCIENZA per l’opportunità: ogni anno inventare un nuovo laboratorio è, a tutti gli effetti, una sfida che arricchisce sia il nostro catologo formativo sia noi stess*.
Infine, GRAZIE A TUTTE LE PERSONE che hanno partecipato e si sono divertite con noi, tra camelidi colorati e robot di salvataggio!
<Tutte le foto dell’articolo sono di Bruno Oliveri e Lorenzo Gammarota>